La parte aerea di Grotta Giusti è divisa sommariamente
in tre parti a seconda della temperatura dell’aria. (Paradiso 26°C.,
Purgatorio 29°C., Inferno 34°C.)
Nella nostra esplorazione della parte sommersa abbiamo
continuato a prendere ispirazione dalla Divina Commedia per attribuire nomi
a punti di riferimento significativi ai fini del rilievo e del nostro
orientamento. A dei particolari luoghi abbiamo così imposto nomi come:
Virgilio, Stige, Caronte, Cerbero, Paolo e Francesca, Beatrice, Farfarello……Insomma
ci immergiamo anche nella Divina Commedia, oltre alla singolarità della
situazione speleosubacquea.
Rileggendola
a questo scopo ci siamo ritrovati spesso nelle sue parole , metafore con
molti elementi simili, tanto da pensare che Dante, per poter scrivere
l’Inferno abbia avuto esperienza di speleologia e speleosubacquea.
Eccone alcune:
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L’acqua era buia assai
più che persa;
e noi, in compagnia
dell’onde bige,
entrammo giù per una via
diversa.
VII-101 |
O un passaggio
particolarmente stretto

sezione trasversale del
ramo Farinata |
Cerbero, fiera crudele e
diversa,
con tre gole carinamente
latra
sovra la gente che quivi
è sommersa.
Li occhi ha vermigli, la
barba unta e atra,
e ‘l ventra largo, e
unghiate le mani;
graffia li spiriti,
iscoia ed isquarta.
VI-13 |
Una poetica definizione di panico:
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E come l’un pensiero
dell’altro scoppia,
così nacque di quello un
altro poi,
che la prima paura mi fé
doppia.
XXIII-10 |
La nostra attività di guide (novelli Virgilio e Gerione
quando la guida di testa attende il via da quella di coda)

sezione longitudinale del ramo
Farinata |
Trovà il duca mio ch’ era
salito
già sulla groppa del
fiero animale,
e disse a me: “Or sie
forte e ardito.
Omai si scende per sì
fatte scale:
monta dinanzi,ch’i voglio
esser mezzo,
si che la coda non possa
far male”.
…………………………….
E disse: “Gerion, moviti
omai:
le rote larghe e lo
scender sia poco:
pensa alla nova soma che
tu hai”.
XVII-97 |

disegno del rilievo del pozzo secco |
Noi discendemmo il ponte
dalla testa
dove s’aggiugne con
l’ottava ripa,
e poi mi fu la bolgia
manifesta;
e vividi entro terribil
stipa
di serpenti, e di sì
diversa mena
che la memoria il sangue
ancor mi scipa.
……………
Tra questa cruda e
tristissima copia
correan genti nude e
spaventate,
senza sperar pertugio o
elitropia:
con serpi le man dietro
avean legate;
quelle ficcavan per le
ren la coda
e il capo, ed eran
dinanzi aggroppate.
Inferno, XXIV 96 |
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